Il bambino nascosto nella valigia all'aeroporto spagnolo

Il bambino nascosto nella valigia all’aeroporto spagnolo

Continua la nuova rubrica a cadenza settimanale sul nostro sito, siamo al sesto appuntamento col matrimonio fra notizia e poesia con i versi di Elvio Ceci. La parola “Sentiment” è stata coniata intorno agli anni Duemila ed è usata in linguistica per coprire diversi fenomeni, come per esempio attitudini, atteggiamenti (positivi-negativi-neutri espressi) in una serie di testi. Elvio qui prova a cantare il Sentiment che arriva dalle news e a renderlo fisso per sempre: è uno spazio dedicato ad ora. Perché questo momento sta passando. E deve essere cantato. Ogni settimana, le notizie che più girano. Il presente è eterno.

Barba perfettamente rasata a pelle,

un gessato blu elettrico e due gemelli:

posso ora entrare nelle odierne celle

mobili chiamate auto. C’è un fermacapelli,

ancora di una delle due pagate ancelle

di ieri. Prima di iniziare il solito rally

tra i cantieri edili, mi aggiorno con la radio;

e continuo a brandire il cambio come gladio.

 

Mi aggiorno su fatti assolutamente senzadio:

un bimbo rannicchiato stretto in valigia,

come una coperta pesante dentro l’armadio,

aspetta di entrare in Spagna, in un’attesa grigia.

I sogni urlano “Canarie!”, come ultras nello stadio;

aspettative troncate dalla Guardia Civil ligia.

Dai barconi ai trolley, il lunedì è ancora di viaggio

verso l’Europa dai mille futuri, come rami di faggio.

 

I bimbi devono pensare, sia quelli di alto lignaggio

che di basso, a fare migliaia bolle di sapone.

Altrimenti si diventa mostri che col brokeraggio

creano bolle finanziarie a cui non c’è tampone.

Or-sono 37 anni di inserimento nell’ingranaggio

della società; ma non basta portafoglio né borsone

di soldi di tempo  e pazienza: accudire senza licenza

in famiglia quei malati, portatori di amore e violenza.

 

Alda Merini e la sua esperienza manicomiale (legge Basaglia)

Alda Merini e la sua esperienza manicomiale (legge Basaglia)

 

Non si costruiscono scuole con tanta frequenza;

a volte si scappa da loro per andare a giocare

o buttarsi a mare o fare porcate senza decenza.

Sentii un volta: “io entro in classe perché di studiare

non ho voglia”.  E capisco la fuga se a far docenza

è l’umanista Renzi. Unica legge: “è vietato vietare”

se si tratta di procreazione medicalmente assistita;

legge cambiata dalla Corte Costituzionale mai asservita.

 

Ho costruito qualche piccola pensione gestita

da famiglie. Ma proprio lì giovani liceali cadono

dai balconi, pieni d’alcool, in una goliardica gita.

Rallenta per salvare un gatto, un fioraio; urlano

dal balcone (lo stesso?) e una pallottola impazzita,

lo uccide. Lui a terra, il gatto scappa. Cadono,

per mano del farmacista, anche il vicino il fratello

con sua moglie: ormai senza battito e cervello.

 

Lavoro di continuo in questo inutile indovinello

della vita: provo a costruire degli asciutti tetti

a giovani e pensionati. Eppure quando il grumello

di esseri minorenni  di un paesotto, baronetti,

picchiano a sangue un barbone, come torello

in corrida; mi vien voglia di regalare letti

a rom, vagabondi e superstiti di un naufragio,

per rinfuocare il valore umano di questo Maggio.

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Elvio Ceci

Elvio Ceci

Elvio Ceci è nato a Roma nel 1987; si è laureato, nella triennale, in Linguistica a Bologna su una tesi in analisi dei linguaggi interni a sistemi connessionisti, come mente cervello e web. Ha frequentato una laurea specialistica a Siena in Studi Linguistici e Cognitivi, con una tesi in Logica dei Linguaggi Naturali, studiando il Paradosso della Conoscibilità. Ha vinto il PhD presso l’università americana Constantinian University con un progetto di analisi dei linguaggi finanziari attraverso metodi formali e computazionali. È responsabile dell’area di Linguaggio e Logica presso il centro studi Glocal University Network. Ha pubblicato una sua raccolta di poesie dal titolo "Dall’assurdo segue ogni cosa".
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