Continua la rubrica a cadenza settimanale sul nostro sito, siamo al ventunesimo appuntamento col matrimonio fra notizia e poesia con i versi di Elvio Ceci. La parola “Sentiment” è stata coniata intorno agli anni Duemila ed è usata in linguistica per coprire diversi fenomeni, come per esempio attitudini, atteggiamenti (positivi-negativi-neutri espressi) in una serie di testi. Elvio qui prova a cantare il Sentiment che arriva dalle news e a renderlo fisso per sempre: è uno spazio dedicato ad ora. Perché questo momento sta passando. E deve essere cantato. Ogni settimana, le notizie che più girano. Il presente è eterno.
16.00 Arrivo all’Aereoporto Internazionale
“José Marti” de La Havana
Era il penultimo sabato settembrino,
quando partì il Papa in pompa, alla volta
dall’Havana; in quell’arcipelago vicino
sia al nord capitalista e sia alla molta
popolazione povera del sud. Dal telefonino
Bergoglio ha chiamato Fidel e, tolta
ogni esitazione, ha salutato la famiglia
siriana in casa e sparì in un battito di ciglia.
Furono tante le ore in poltrona e le miglia
Il papa arriva a Cuba. Fonte: Agi.it
all’interno della scatola meccanica;
ma già a terra lo aspetta una quadriglia
con trombe e tromboni e sembra oceanica,
dai cori urlati, la folla che fa da conchiglia
al pellegrinaggio che parte da Cuba ispanica.
“Arriba, Chico, arriba” cantano all’atterraggio
felici perché preoccupati per l’italico equipaggio.
Lo aspetta un cardinale che, senza disagio,
tra il vento e il rumore, lo cerca con ansia.
Il Presidente, a lato, vede il tendaggio
sulle spalle del papa, grosso come scansia:
parla ai bianchi bimbi, alto come faggio,
risultando fonte di gioia e anti-ansia.
Con passo istituzionale cammina Castro
al lato della fanfara: manca il taglio del nastro.
Un’espressione burbera e seria sul rostro,
con dietro che aleggia l’aereo italiano,
crucciato come gaucho che mira l’astro
che ci riscalda, è Francesco. Il Cubano
onora il marxismo sotto il biancastro
cielo, con un discorso ormai lontano:
volano i numeri sulle nazioni straniere,
verso un socialismo giusto di riforme fiere.
La Repubblica Cubana, con le maniere
del Caribe, muore dopo anni di rivoluzione:
le parole confezionate come olio in ampolliere
sono un elogio funebre ad una concezione
unica di Stato. Il pontefice, come archibugiere
lanzichenecco, ha sparato in ogni sua azione
alle due economie storiche, entrano nel cuore
del comunismo; nel capitalismo era già fruitore.
Appena salito al microfono, l’oratore
Pontificio ringrazia l’hermano Fidel,
Giovanni Paolo, Benedetto, così l’amore
arrivi nella periferia esistenziale di quel
mondo, quasi sognato. Cuba ha un valore
strategico, d’incontro: è un gran bel
fiore al centro di un cammino di rotte
del mare (per un commercio a flotte).
Tutte le numerose parole son rotte
dai click delle foto: riconciliazione
è la parola, non revoluciòn. Le mascotte
passano poi a prendere la comunione
dal sacerdote, ormai pienamente sedotte
dal verbo e dalla marcia in camicione
bianco e pantalone contadino color terra:
pinguini ciondolano mentre il vento erra.
(To be continued…)

Papa – Fonte: Secolo d’Italia

Elvio Ceci

Ultimi post di Elvio Ceci (vedi tutti)
- Sentiment del Tempo n.21 ( Il Papaviaggio ) - 11 ottobre 2015
- ‘Verso Libero': gli eventi della seconda giornata - 30 settembre 2015
- 2 Sentiment in 1 n. 19/20 (Rivoltarsi) - 22 settembre 2015