Anche Wikipedia dice che la seguidilla è una strofa di quattro versi: gli impari sono settenari e i pari quinari con la rima è assonanzata. Viene definito come “genere minore”, generalmente accompagnato da danze. Il nome viene da “a seguida de mala vida” e fa parte della tradizione di Castilla de la Mancha e della Comunidad de Madrid. Essendo per danze, è accompagnato da strumenti, con un ritmo ternario: come le castaNuelas, chitarre, banduria, liuto, almirez e bottiglia di anice con chiave. Le battute sono 3/4 o 3/8. Ci sono ritornelli di tre versi di cui il primo e l’ultimo di cinque sillabe e di sette il verso mediano. Molto probabilmente viene dal flamenco andaluso. Ma sicuramente è l’origine delle danze spagnole principali: da essa deriva il fandango, il bolero, la sevillana (del basso Guadalquivir), la parranda in Murcia e la torra in Sierra Morena.
In questo libro, “La sesta faccia del dado”, in Alexis Dìaz Pimienta, c’è molto di più. Non c’è ancora una versione in italiano del libro, uscito a Cuba nel 1997 e di cui, da quelle parti, ancora si parla. Sono spesso presenti dei giochi logici, amati da una certa cultura ispano-americana, vedi per esempio Borges: dalla prima poesia, in cui ogni volto è considerato il depositario di tutte le possibili espressioni, emozioni, prima di “suicidarsi” nello specchio e fissarne una.
Della poesia popolare ne ha la freschezza, forse dovuto all’abilità oratoria di improvvisatore “repentista” dell’autore.
Ma quando si cristalliza in una forma scritta è una poesia colta, in cui vengono citati personaggi come Marx, Walls, Episcuro, Hegel; insieme a temi della mitologia grega, come Penelope e Ulisse. Le sue poesie sono piene di spazi bianchi, di silenzi, incastoni nelle decime; spazi molto usati anche da Mario Luzi e Ezra Pound.
Una delle cose più affascinanti delle sue poesie è la delicatezza rigida e elegante con cui tratta il sesso, il desiderio e l’amore: tutta la sezione “JUEVES” ne è un esempio. Da scrittore in piccolo, credo che questa sia un tema estremamente difficile: trattando questi temi si rischia di cadere facilmente nel banale o nel fredda fisicità. Alexis Diaz Pimienta è riuscito, invece, a mischiare metafora, salti logico-temporali e metamorfosi ovidiane con una disinvoltura incredibile.
Avìsame cuando llueva.
Sal y mojate.
Que un treno
Te ponga de punta el seno.
Que llovizna te beba.
Levita en el agua.
Prueba
su salitre bautismal.
La ciudad es de cristal
Per no refleja…corta.
Sal y mòjate no importa.
Salva tu amor vegetal.
(Avvisami quando piove./ Sali e bagnati./ Che un treno/ ti renda a punta il seno./ Che la pioggia ti beva./ Cresci nell’acqua./ Prova la salsedine battesimale./ La citta è di cristallo/ Ma non rispecchia… taglia./ Sali e bagnati, non importa./ Salva il tuo amore silvano.)
La Havana è la sua casa, calda, piena di momenti forti: fortemente dolorosi e fortemente allegri. La Havana che fa l’occhiolino a Siviglia, nella vecchia Andalucìa. Cuba, da cui molti scappano verso Paesi di lingua inglese: chissà come vedrebbe ora l’apertura della frontiera e la fine dell’embargo Usa il poeta… E da Cuba e per Cuba, specialmente in barca, il viaggio è onnipresente. Viaggio verso altri Paesi o viaggi che hanno portato la formazione di Cuba (Rodrigo de Triana). Ma anche viaggi sognati, immaginati o solo desiderati. Navigazioni dentro di noi, quasi una Carte de Tendre ispano-americana.
Le note si devono leggere! Ed è proprio per questo che Alexis Diaz Pimienta, pur mettendole al finale della pagina, le inserisce nello scheletro ritmico del componimento: se non si scende con lo sguardo a leggerle, si perde la decima con le sue rime.
Devo dire che il libro mi ha rapito, per la leggerezza (e non superficialità) con cui vede il mondo, quasi ingenuo. Il suo sguardo è focalizzato sui dettagli, sulle cose di passaggio (chissà come le parole che sente e usa in maniera estemporanea). Devo dire che la decima è molto interessante e molto affascinante: sembra più rapida e saltellante della nostra ottava. Ogni decima, inoltre, sembra indipendente una dall’altra e questa caratteristica la rende più semplice da usare nelle sfide dei repentisti (improvvisatori). L’ottava rima, invece, possiede gli ultimi due versi in rima baciata che hanno la funzione di essere legati, in rima, al primo verso dell’ottava successiva: questo crea un legame sonoro in ogni passaggio, in tutto il componimento.
Ma queste sono solo impressioni. Approfondiremo.
Elvio Ceci
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