Qualche giorno fa il Pulitzer, qualche anno fa il primo libro di poesie. Potrebbe sintetizzarsi così la favola di Gregory Pardlo, il poeta americano fresco vincitore di uno dei più prestigiosi premi al mondo per la Poesia. Lo ha vinto con “Digest“, un libro che nessun editore voleva pubblicare: negli Usa ha venduto circa 2000 copie, davvero poche relativamente al mercato a stelle e strisce (in Italia sarebbe già un miracolo). Forse perchè contiene saggi sociologici finti e recensioni di libri inventati. E poi “interroga il quotidiano”, ha scritto Tracy Smith per il New York Times. Stephen Burt, poeta e critico dell’Università di Harvard, ha descritto la poesia di Pardlo come “volutamente inelegante su una strada in qualche modo moderna: quando non funziona sembra accademica, quando suona bene è fantastica!”. Da “Digest” abbiamo tradotto questo componimento per i nostri lettori, in occasione della Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore.
CHALK DUST ON THE AIR
Our hero explains what lines behave as waves
also behave as particles depending upon the presence
of observers, a market of admirers, etc. Think of sifted
sands Tibetan monks spend months to whisk in minutes:
their attack on nostalgia. Think of Milky Ways of water
damage on the bedroom ceiling. The Apollo module
on the dresser and the Ring Nebula is the blur where
Mom tried to clean expletives crayoned on the wall.
Whorls beyond, imagine a can of Krylon ship-shaped
with braided-rubber-band-propeller roped out to
the nosebleeds in the murk of heaven’s hood. The spray
can tags earth’s dewy rooftop with synesthetic stars,
foamy scars that welt the blue and melt like meringue
in the dusk, a residue of light in the periphery. Winged seeds
from silver maples at the feet of unshaven sheriffs
offering fists of baby’s breath. They smile with cigar stubs
plugging the breach. Renegade lines unleash the hounds,
shake the weight of undressed eyes. When some lines try
to pass for the color behind the color they came in, our hero
attempts no intervention. When he orders the lines disperse,
one sheriff’s bullhorn blast unsacks a rain of feathers
***
[traduzione di Rocco Alessandro Mattei]
Il nostro eroe spiega che i versi si comportano al pari delle onde
alla maniera di particelle a seconda della presenza
di osservatori, una fiera di ammiratori, ecc. Pensate alle sabbie setacciate
ai monaci Tibetani che impiegano mesi per un gesto di minuti:
il loro assalto alla nostalgia. Pensate alle Vie Lattee ai danni
dell’acqua al soffitto della camera. Il modulo Apollo
sulla credenza e la Nebula Anello è la sfocatura in cui
Mamma tentava di cancellare bestemmie scritte a pastello sul muro.
Oltre i nodi, immaginate una lattina di Krylon a forma di nave
con un elasticointrecciatoaelica disserrato
all’epistassi nell’oscurità del manto del cielo. Lo spray
può decorare il tetto di rugiada della terra con stelle sinestetiche,
cicatrici effervescenti che frustano l’azzurro e si sciolgono come meringhe
nel crepuscolo, un residuo di luce nella periferia. Semi alati
di aceri d’argento ai piedi di barbuti sceriffi
offrendo pugni di respiri infantili. Loro sorridono con mozziconi di sigaro
turando la rottura. Versi ripudiati scatenano i cani
scuotono il peso di occhi nudi. Quando qualche verso tenta
di attraversare il colore dietro il colore da cui sono entrati, il nostro eroe
non tenta di intervenire. Quando lo ordina i versi si disperdono,
il fischio del megafono di uno sceriffo libera una pioggia di piume.

Rocco Alessandro Mattei

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