Il 7 febbraio alle ore 10 nella Palestra dell’Istituto Tecnico Economico Libero de Libero di Fondi avrà luogo il momento conclusivo del Progetto “Incontro con l’autore”, giunto alla 15^ edizione. Franco Di Mare, giornalista televisivo, inviato di guerra e scrittore affermato, incontrerà gli studenti dell’istituto e delle scuole medie e superiori della città. E si confronterà con loro sulle tematiche dei conflitti interreligiosi e interetnici e della legalità.
Il giornalista Rai, ora anche volto noto di “Unomattina”, parlerà con i ragazzi, in veste di scrittore, dei libri: “Il cecchino e la bambina”, che raccoglie le sue esperienze di inviato di guerra, e dei romanzi “Non chiedere perché”, ambientato a Sarajevo durante la guerra nell’ex Jugoslavia (noto anche per la trasposizione filmica targata Rai con Beppe Fiorello), e “Il paradiso dei diavoli“, che racconta la Napoli di oggi dove è difficile scegliere tra legalità e camorra.
Come ogni anno l’incontro con l’autore conclude il progetto, promosso dalle professoresse Maria Pica e Patrizia Lombardi, che prevede la lettura da parte di tutti i ragazzi delle classi coinvolte, delle opere di un autore scelto tra i più rappresentativi del panorama editoriale italiano e che trattino in maniera specifica i temi della legalità, della solidarietà, dell’integrazione e dell’interculturalità.
Franco Di Mare prosegue degnamente la serie di scrittori, tra i quali ricordiamo Francesco Piccolo, Gianrico Carofiglio, Giancarlo De Cataldo, Massimo Carlotto, Edoardo Albinati, Manuela Salvi, Niccolò Ammaniti, Andrea de Carlo, che negli ultimi quindici anni hanno aiutato i ragazzi e le ragazze del De Libero ad appassionarsi alla lettura e a riflettere su temi attuali ed importantissimi per la loro crescita culturale.
da “Il paradiso dei diavoli” (Rizzoli, 2012)
“Il cameriere gli passò accanto, gettò uno sguardo al pignatiello che Marco continuava a trascurare e scosse la testa in segno di disapprovazione: non si trattano così i purpetielli alla Luciana. Marco prese un tentacolo e lo mangiò: era fatto a regola d’arte. Poi il cameriere rivolse la sua attenzione a una coppia di turisti e lui poté tornare a inseguire i suoi pensieri.
Di tutte le citazioni era proprio quella di papa Gregorio Magno la frase a cui Marco faticava ad attribuire un senso in tutta quella faccenda. I buoni che si corrompono diventano pessimi. Che cosa aveva voluto dirgli il killer?
Marco ancora ci girava ttorno. Nella traduzione che gli aveva fatto al telefono, padre Giuseppe aveva usato anche il verbo guastarsi, oltre al verbo corrompere.”
Simone di Biasio
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