
J. M. W. Turner, “Modern Rome – Campo Vaccino” 1839, Oil on canvas, The National Gallery of Scotland
Nell’augurare a tutti voi “segugi” (meglio di seguaci, o “seguitori”, o persino followers: la poesia ha bisogno di fiuto) una buona Pasqua, postiamo dei versi del nostro amato Libero de Libero. Essi non parlano della Pasqua in sé, ma forse ci dicono qualcosa in più sul rapporto tra “buon cristiano” e “buona cristianità”, qualità che puntuali si risvegliano in questi momenti di festa.
A L. che si reputa un buon cristiano
Attento, amico, con le certezze
che vanno a galoppo nel tuo prato,
dell’erba non t’inganni l’onda
che scherza felice col tuo piede.
Ti credi l’ospite d’un porto
e sventoli lunghi saluti,
ad ogni svolta ti figuri un bosco
e deliri per un verde ramo.
È chiusa la porta d’Emmaus
e Lui ha già brindato,
non è il Giordano quel fiume
che correre vedi al tuo fianco,
per scalare il Monte degli Ulivi
non basta il tuo passo di cacciatore.
È il primo giorno del mondo
ogni giorno che trovi all’alba,
e l’aurora è anche tramonto
che arrossa l’occhio del cielo
e sulla tua ombra pellegrina
già fa ruota la colomba nera.
(da “Scempio e lusinga”, Mondadori, 1972)

Redazione

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