sarah kaySarah Kay è una giovane poetessa di New York nota per la sua spoken word poetry. Si tratta di una poesia basata sulla “parola parlata” e fortemente legata ad altre modalità espressive come la narrazione e la recitazione. Nella word spoken poetry, le arti dello storytelling e della performance incontrano la poesia e danno vita ad una nuova forma di esibizione.

Nel 2011 Sarah Kay ha tenuto una TED Talk, visualizzata più di sette milioni di volte, che porta il titolo “If I should have a daughter” (Se dovessi avere una figlia), come l’incipit della poesia con la quale inizia la sua conferenza. Con questo suo brillante intervento si è guadagnata due standing ovation e una certa notorietà al di fuori di New York City.

If I should have a daughter, instead of “Mom,” she’s gonna call me “Point B,” because that way she knows that no matter what happens, at least she can always find her way to me. […] “And, baby”, I’ll tell her, “don’t keep your nose up in the air like that. I know that trick; I’ve done it a million times. You’re just smelling for smoke so you can follow the trail back to a burning house, so you can find the boy who lost everything in the fire to see if you can save him. Or else find the boy who lit the fire in the first place, to see if you can change him.” But I know she will anyway, so instead I’ll always keep an extra supply of chocolate and rain boots nearby, because there is no heartbreak that chocolate can’t fix. Okay, there’s a few heartbreaks that chocolate can’t fix. But that’s what the rain boots are for, because rain will wash away everything, if you let it.

Se dovessi avere una figlia, invece di mamma, mi chiamerà Punto B, perché in quel modo saprà che qualsiasi cosa accada almeno potrà sempre trovare il modo di raggiungermi. […] “E, piccola”, le dirò, “non tenere il naso per aria in quel modo. Conosco quel trucco; l’ho fatto un milione di volte. Stai solo annusando in cerca di fumo così da poterne seguire la scia fino a una casa in fiamme, così da poter trovare il ragazzo che ha perso tutto nel fuoco per capire se puoi salvarlo. Oppure trovare il ragazzo che in primo luogo ha acceso il fuoco, per vedere se puoi cambiarlo.” Ma so che lei lo farà comunque, perciò terrò sempre accanto, invece, una razione extra di cioccolato e stivali da pioggia perché non c’è cuore infranto che il cioccolato non possa curare. Ok, ci sono alcune batoste che il cioccolato non può curare. Ma è a questo che servono gli stivali da pioggia. Perché la pioggia laverà via tutto, se glielo permetti.

Così Sarah Kay inizia la sua TED Talk e poi comincia a raccontarci l’arte della poesia orale, una poesia che non nasce – come quella tradizionale – per rimanere sulla carta, ma per essere condivisa con degli spettatori che l’ascolteranno. Grazie alla poesia orale, Sarah Kay ha unito le sue due più grandi passioni: la poesia e il teatro. La sua prima esibizione su un palco risale ai tempi del liceo, all’età di 14 anni. Da quel momento ha cominciato a frequentare il Bowery Poetry Club, un bar nel Lower East Side di Manhattan dove i poeti condividono tuttora le loro storie.

Oggi Sarah Kay, insieme al suo collega e amico poeta Phil Kaye, porta avanti il Project V.O.I.C.E., un progetto che ha il fine di usare la poesia orale come mezzo per insegnare, ispirare e divertire sia adulti che bambini. La parte più interessante del suo metodo di insegnamento sono gli elenchi. I ragazzi spesso sono spaventati dalla poesia e sono restii a scrivere qualcosa che li riguardi direttamente. Per stimolarli, la Kay assegna loro degli elenchi del tipo “10 cose che so essere vere” oppure “10 cose che ormai dovrei aver imparato”. Ne escono fuori pensieri in forma di poesia davvero curiosi e interessanti, a volte condivisibili ed altre piuttosto singolari e bizzarri.

È piuttosto chiaro che Sarah Kay non scrive poesie come quelle che tutti abbiamo letto e studiato a scuola, la sua poesia si avvicina di più al teatro di narrazione. Riesce a coinvolgere, a stimolare l’attenzione, a trasmetterci qualcosa.  

Sarah è una storyteller. Le sue poesie non riguardano solo lei e la sua voglia di capire e scoprire cose nuove; nascono anche e soprattutto per chi sta ad ascoltarla. Sia per lo spettatore in carne ed ossa e sia per l’utente di Youtube che guarda il suo video dall’altra parte del mondo.

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Roberta Cardinale

Roberta Cardinale

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Roberta Cardinale è laureata all’Università La Sapienza di Roma in Discipline dello Spettacolo, ha conseguito una laurea magistrale in materia di Produzione radiofonica alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Siena e un Master di II livello in Management e Comunicazione pubblica all’Università LUMSA di Roma. Si occupa di scrittura per il web (testi per siti e blog), di strategia, creazione e pianificazione di contenuti per i Social Media e di Digital PR.
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